4 LUOGHI COMUNI DA SFATARE A PROPOSITO DELLA PREPARAZIONE MENTALE NELLO SPORT

1. "Siamo una piccola associazione sportiva, non abbiamo soldi" Un corso di formazione di base per un intero team di atleti e tecnici costa molto meno di una trasferta di un weekend. Con benefici incalcolabili, oltre che nelle prestazioni, in termini di salute e gioia di vivere il proprio sport. 2. "Noi non abbiamo pazzi" In Italia resiste la credenza secondo cui la preparazione mentale e la psicologia in generale siano roba per pazzi. Un po' come dire "no, non ci serve la visita medica per l'idoneità agonistica, non abbiamo mica la febbre". La preparazione mentale serve a tutti, eppure in Italia la consuetudine è rivolgersi a un professionista quando ormai un atleta vede le sue prestazioni (e/o la sua salute) compromesse da tutta una carriera vissuta con l'approccio mentale sbagliato. 3. "Ci pensa già l'allenatore" Esistono allenatori dotati di spiccata sensibilità e portentosa esperienza, ci mancherebbe. Ma quello del preparatore mentale è un lavoro diverso, che richiede studi ed esperienze sostanzialmente distinti rispetto alla formazione del tecnico sportivo, che se anche bravissimo, non può in alcun modo disporre di certi strumenti. 4. "I tecnici sono molto gelosi del loro ruolo di "padroni" dell'atleta" Il preparatore mentale non si sostituisce al tecnico. Come mai farebbe un fisioterapista o un preparatore atletico. Il mental coach sa che il suo compito non è assumere un ruolo da leader, ma di gregario del team, pronto a infondere sicurezze negli atleti affinché il progetto tecnico dell'allenatore possa esprimersi pienamente.