"Voglio riuscire a fare una gara senza ansia"

E' un obiettivo ricorrente tra i miei corsisti. Apparentemente lodevole, più maturo rispetto al semplice vincere o perdere. Ma è una trappola micidiale, come tante motivazioni degli atleti non ancora formati sotto il profilo mentale. Innanzitutto nasce da un equivoco di fondo. Sto confondendo obiettivo e condizione per la prestazione desiderata. Non avere ansia è ciò che mi permetterebbe di gareggiare al meglio, non un qualcosa che posso ottenere dalla gara. Se invece me lo pongo come obiettivo della prestazione, significa che: 1. In realtà in gara ci sto arrivando *con* l'ansia. Quindi come potrò conseguire il mio obiettivo di gareggiare senza? Sarebbe come andare in guerra senz'armi nella speranza di trovarne per strada. Più facile che troverò un nemico armato fino ai denti, con le ovvie conseguenze. 2. Mi sto ponendo un obiettivo espresso in negativo (fare una gara "senza"...), errore fatale per un atleta. Voglio fuggire dall'ansia. Quindi so da dove parto, ma non dove voglio andare. Non avendo una meta precisa, è facile che la mia mente ripercorra la solita via, che conduce dove? All'ansia. 3. Sto sperando (ahimé illudendomi) che sia l'esperienza della gara a togliermi l'ansia. Gara dopo gara. Perché sbagliando si impara, giusto? Sbagliato! Sbagliando si impara se sono consapevole dell'errore. Altrimenti alleno l'errore, in questo caso approcciarmi alla gara con una condizione mentale sbagliata. Che gara dopo gara, lungi dal venir meno, diventerà una belva sempre più feroce, moltiplicando i sintomi dell'ansia somatica (fisica) e cognitiva (psichica), quali nausea, mancanza di forze, stati d'animo di penosa attesa, infelicità e desiderio di essere altrove. L'ansia da gara è forse il peggior nemico interiore dell'atleta. Il Mental Training la combatte con un ampio repertorio di tecniche che spaziano dal dialogo interno al rilassamento. Ma per sconfiggerla davvero è necessario contrastarla a un livello più profondo, facendo emergere e perfezionando le motivazioni profonde dell'atleta. Per questo serve una formazione mentale che ricorra al Coaching per espandere la consapevolezza dell'atleta oltre i limiti correnti del suo inconscio medio. L'analisi della motivazione e la formazione di una sana mentalità agonistica sono materia del nostro corso di MENTAL TRAINING di 1° livello. Le tecniche di controllo dell'ansia cognitiva e somatica sono materia del nostro corso di MENTAL TRAINING di 2° livello, attualmente in preparazione.