Appunti di un Mental Coach #02: IL FOCUS ATTENTIVO
Campionati Mondiali Poomsae 2016
ORO UNDER 30 FEMMINILE Elif Aybuke Yilmaz (TUR)
Osservate lo sguardo felino di Elif appena prima e durante l'esecuzione. Percepite la determinazione. Carpite la concentrazione. Sincro a parte, le forme del Taekwondo sono una specialità caratterizzata dall’uso estremamente concentrato dell’attenzione. Il cosiddetto “focus attentivo” è infatti tutto rivolto all’autopercezione e ai pochi riferimenti che l’atleta può stabilire nell’ambiente di gara. Per questo motivo, durante la prestazione il coach non può comunicare con l’atleta, perché anche il più opportuno dei suggerimenti tecnici distoglierebbe l’atleta dal focus interno che deve conservare ininterrottamente per l’intera esecuzione. Sono ammesse delle eccezioni con i bambini, che alle prime esperienze di gara dimenticano spesso il percorso della forma. In questo caso un aiutino dall’esterno può evitare che restino bloccati a metà esercizio. Un’altra seppur rischiosa eccezione è contemplata qualora l’atleta stia eseguendo molto al di sotto dei suoi standard, come se fosse sospeso in un limbo scollegato dalla realtà. La sveglia del coach ha qualche chance di spezzare l’incantesimo, ma si tratta di una misura di emergenza, tardiva già nel suo rendersi necessaria e potenzialmente peggiorativa dello stato d’animo di un’atleta già in difficoltà. Lo sviluppo del focus attentivo è fondamentale per un atleta di Poomsae. I metodi di allenamento includono la visualizzazione, test valutativi in ambienti diversi dalla propria palestra e l’esecuzione lungo traiettorie non parallele alle pareti e alle trame del pavimento.